martedì 7 agosto 2007

di cosa vogliamo parlare oggi



Leggo dell'imprenditore Rosso (diesel jeans) che va a prendere due spritz con la famiglia in piazza san marco a Venezia, dove il più famoso dei bar di venezia organizza un piccolo concerto facendolo pagare nello scontrino 5,60 euro a persona.


Il Rosso viene avvisato dal cameriere del sovraprezzo, rimane seduto al tavolo e consuma al termine paga, e poi non avendo di meglio da fare (?) si rivolge ad un quotidiano nazionale con tanto di foto della famiglia riunita al tavolo per l'aperitivo lamentandosi di questo sovraprezzo, il direttore del locale contattato dal giornale conferma la cosa e dichiara che tutti i clienti vengono avvisati e che i costi dei suonatori (che peraltro suonano dalle 10 di mattina a mezzanotte) e dello spazio pubblico impongono questo "gabella" al cliente, tutto trasparente tutto scritto tasse pagate e cliente avvertito.


Ora chiunque sia stato a Venezia, ed in particolare in Piazza san Marco conosce i prezzi dei bar, io per un prosecco (sgasato) ed una tonica nella stessa piazza ho pagato 32.000 lire ed eravamo del 1999, ma sai già che per quel lusso dovrai pagare, pagherai tutto quello che ti circonda i secoli di storia , i palazzi pagherai il nome ect ect ma se io ti avviso, ti faccio lo scontrino con tanto si sovraprezzo a parte , tu cosa vuoi decidere a quanto io devo vendere il mio prodotto? ma non sei un imprenditore? non decidi tu il prezzo della tua produzione dei tuoi jeans? non è la tua azienda che mi fa pagare il sovraprezzo della marca senza distinguerlo dal costo del prodotto?


Ma soprattutto ti hanno detto che c'era un costo a parte... potevi alzarti e cambiare bar.. quando io vado a comprare un paio di jeans e mi dicono che un paio di pantaloni una volta usati solo dai cammalli del porto di Genova ... costano 120 /150 euro nessuno mi impone di prenderli, ma soprattutto, non vado al quotidiano di turno a lamentarmi, al massimo ne parlo con Beppe, con Roby o con Enrico, e loro non girano con la foto della mia famiglia al banco della boutique di turno.

Detto questo l'importante che se ne parli così, anche io mi associo, parlo dello spritz con sovraprezzo musicale, in modo che la voce continui a girare, con quel sottofondo di pubblicità di cui tutti coloro (io compreso) che hanno un'azienda hanno bisogno di tanto in tanto

l'unica cosa che posso dire è Ostrega che spritz

2 commenti:

noname ha detto...

se ti ricordi c'era un detto dei nostri vecchi"il pianto frutta" magari l'ha preso alla lettera

Liùk ha detto...

da noi a genova si dice chi nu cianze nu tetta
chi non piange non succhia dal seno